Simulation Champions League 2025 Ogni dettaglio simulato. Ogni gesto analizzato.

Simulation Champions League 2025
Una competizione, una visione, una missione educativa.
“Volevamo portare la simulazione avanzata a un livello superiore. Non le solite simulazioni, ma qualcosa di unico. Una Simulazione 2.0.”
— Dott. Alberto Andreotti, Anestesista Rianimatore AOU Modena, Coordinatore Scientifico
Intervista al Dott. Alberto Andreotti – Coordinatore Scientifico della Simulation Champions League
La Simulation Champions League nasce da un’intuizione tanto semplice quanto rivoluzionaria: trasformare la simulazione avanzata in un ecosistema formativo evoluto, capace di integrare competenze tecniche, decisionali, comunicative e di problem-solving.
Il Dott. Alberto Andreotti, Anestesista Rianimatore presso l’AOU di Modena e ideatore del format, descrive questo progetto come una “Simulazione 2.0”: multidimensionale, ad alta intensità, fondata sul realismo e sulla valutazione oggettiva delle performance.
Con il coinvolgimento di 14 università, oltre 70 specializzandi, 5 scenari clinici ad alta fedeltà, 2 workshop pratici e 7 lectures specialistiche, la Simulation Champions League si conferma una piattaforma d’eccellenza per l’apprendimento esperienziale. Un’opportunità unica per preparare i professionisti di domani a sfide sempre più complesse, senza compromessi sulla qualità formativa.
Come nasce l’idea della Simulation Champions League e quali obiettivi formativi si propone?
L’idea nasce dal portare la simulazione avanzata, così come conosciuta in Italia, ad un livello superiore, sfruttando il valore della simulazione competitiva per lo sviluppo di competenze tecniche, relazionali, di problem-solving e decision-making, attraverso scenari clinici complessi e realistici. Non le solite simulazioni, ma qualcosa di innovativo e, soprattutto, unico. Insomma… una Simulazione 2.0!
“Rocket Science in High Fidelity Simulation” è il nome scelto per la nuova sessione al SMART 2025: cosa rappresenta questo titolo e quale visione porta con sé?
Un’occasione per riflettere sulla complessità dell’assistenza in terapia intensiva e sul ruolo trasformativo della simulazione avanzata nella preparazione dei professionisti oggi. Non solo, anche una provocazione, infatti per noi NON è “Rocket Science” anzi, sarà il livello tecnico e culturale che porteremo a tutti i partecipanti e che mi piacerebbe diffondere in tutte le scuole di specializzazione mediche, in primis ovviamente quelle di Anestesia e Rianimazione.
Quali sono le principali sfide affrontate dai partecipanti negli scenari di simulazione ad alta fedeltà?
Sono innumerevoli, e tutte declinate in maniera differente. Sono stati strutturati scenari più tecnici, scenari più cognitivi e scenari più attitudinali, dove il Team, al centro di tutto, avrà un ruolo fondamentale nella risoluzione dei singoli scenari! Gli ambienti ricreati, ognuno con un suo livello di rischio e complessità, sottopongono i membri delle squadre ad un peculiare carico di stress, oltre ovviamente ad avere come fulcro l’utilizzo di simulatori avanzati differenti in grado di riprodurre fenotipi di pazienti completamente diversi. Anche la tecnologia, quando parliamo di simulazione 2.0, ha un proprio peso e questo senza Accurate non sarebbe stato possibile.
In che modo vengono progettati e costruiti gli scenari clinici realistici utilizzati nelle simulazioni ad alta fedeltà?
La nostra grande forza e credibilità sta nel riprodurre scenari clinici reali che vengono da esperienze dirette, dove ogni membro della faculty contribuisce portando la propria expertise perché estremamente competente in quel contesto clinico. Per esempio: lo scenario della sala parto sarà progettato e seguito da colleghi esperti in quel contesto, stessa identica cosa per l’ambient eostile dove sarà addirittura un Ufficiale Medico a seguire lo scenario, e così per tutti. La condivisione e lo scambio di esperienze cliniche (oltre che il fattore umano) sono uno dei pilastri su cui ho costruito la Simulation Champions League: questo è il motivo per cui NON si riproducono scenari senza averne adeguata competence e perché il nostro Team Istruttori si espande anno dopo anno, integrando personalità e competenze mancanti. Questo sia per quanto riguarda la costruzione degli scenari clinici, che per quanto riguarda la fase di Debriefing, dove ogni istruttore può portare la propria forma mentis e la propria struttura di debriefer, che è contributo fondamentale per i giovani colleghi dei Teams.
Quali criteri determinano la performance delle squadre in gara nella Simulation Champions League e come vengono valutate le competenze non tecniche (Non-Technical Skills)?
Dal primo anno della competizione, in concerto con i primi membri del Team, abbiamo deciso di adottare una scheda complessa, numerica, oggettiva e ripetibile, acquisendo dunque un format definito “Ottawa” e modificandolo sulla base del nostro contesto e delle nostre necessità. La scheda di valutazione esplora elementi comuni e trasversali agli scenari – per intenderci, tutta la parte di non Technical Skills, dalla leadership alla comunicazione (circa il 55%) per poi focalizzarsi su aspetti tecnici peculiari dello scenario (45%). Nella mia idea di simulazione infatti, la parte tecnica è importante quanto la parte non tecnica, poichè sono proprio i “tecnicismi” a permettere di amplificare le NTS, concetto che ancora oggi a livello internazionale non passa, viziato spesso dalla presenza di bravi istruttori – ma privi di clinica – e dall’indisponibilità di tecnologia che permetta la realizzazione di una vera “High Fidelity”.
Come viene integrata la parte teorica con l’esperienza pratica all’interno delle sessioni “Rocket Science in High Fidelity Simulation”?
Forti dell’esperienza degli anni scorsi, abbiamo affinato un format a mio avviso vincente, dove le parti di Simulazione, Lecture e Debriefing sono in rapporto 1:2:4. Al di là dei numeri che vi riporto per farvi capire la logica e la complessità che vi sta dietro un’organizzazione simile, l’introduzione di lectures è stata fortemente voluta dal Prof. Gattinoni, a cui ovviamente tutta la Champions League ed il Simulation Center sono dedicati, con il desiderio di alzare ulteriormente il livello culturale delle sessioni, che sono diventate tra le più partecipate del congresso SMART.
Quanto è rilevante la presenza di esperti internazionali nel potenziare il valore didattico della Simulation Champions League e delle sessioni “Rocket Science”?
La partecipazione di esperti, allo stesso modo dell’inclusività che ho sempre voluto integrando membri della Faculty bravi, motivati e capaci, è come vi dicevo un pilastro fondamentale in grado di restituire assoluto valore alla nostra competizione. In oltre, questo permette di toglierci da un aspetto estremamente pericoloso nella nostra disciplina che è l’autoreferenzialità e di farci conoscere per quello che meglio sappiamo fare ai leading experts, che avranno la possibilità di condividere con noi le sessioni di High Fidelity ognuno con il proprio mood, il proprio atteggiamento e lasciando la propria impronta.
Che ruolo gioca la tecnologia sviluppata da Accurate nella riuscita di un evento formativo come questo?
Come anticipato prima, tutto questo non sarebbe possibile senza il supporto tecnico e la potenza di fuoco di Accurate, che in maniera incondizionata ha messo a disposizione un intero centro di Simulazione ed una gamma completa di Simulatori avanzati, molti dei quali presi direttamente oltre-oceano per gli ottimi rapporti con le aziende leader della simulazione mondiale Canadesi e della Florida. Questo vuol dire essere sempre un passo avanti, avere sempre la novità, avere sempre l’ultima cosa da mettere in campo e da tradurre in esperienza clinica.
Mi auguro con tutto il cuore che questa bellissima joint venture tra SMART ed Accurate possa continuare nel tempo perché negli ultimi 4 anni ha prodotto una cosa unica. Una cosa che oggi permette di portare la Simulazione Avanzata 2.0 a tutti i residents di Anestesia e Rianimazione d’Italia.
A cura di:
Alberto Andreotti
Specialista in Anestesia e Rianimazione, Alberto Andreotti è dirigente medico dell’AOU di Modena, dove lavora principalmente nell’ambito dell’anestesia materno-infantile e dov’è referente per l’Outreach Team del Policlinico. Ha una solida esperienza in Formazione che svolge – come Cultore della Materia – all’interno dei Corsi di Laurea della Facoltà di Medicina & Chirurgia UNIMORE, ed in corsi e congressi di carattere nazionale. Questa passione per il training medico, proiettato verso una formazione “2.0”, lo inquadra oggi come uno dei maggiori esponenti italiani nella formazione in Simulazione Medica Avanzata, attività che svolge sia in campo civile che in campo militare come collaboratore nella formazione degli Ufficiali Medici dell’Accademia Militare di Modena. Negli ultimi anni, ricopre il ruolo come Referente Scientifico del Centro di Simulazione Avanzata Simula Hub di Parma ed è parte del processo di Accreditamento Nazionale per la Simulazione in Medicina di SA Certification (Accredia).